Come sarebbe tutto più facile se gli alimenti fossero farmaci: un pizzico di garcinia cambogia qui, foglie di moringa disidratate là, estratto di semi di guaranà a digiuno, maracuja prima di coricarsi, e via! Salute assicurata, linea preservata e dimagrimento veloce e duraturo! Ma cosa hanno tutti questi cibi, a parte nome e origine esotici, da attrarci in modo così magnetico?
Si tratta di alimenti funzionali, ovvero di alimenti che si trovano in natura (o trasformati dall’industria alimentare), e che son ricchi di molecole con proprietà benefiche e protettive per l’organismo, importanti nella pratica nutrizionale perché, se inseriti in un regime alimentare equilibrato sul modello del Piatto della Salute), svolgono un’azione protettiva nell’ottica di mantenere il benessere e prevenirne il decadimento.
A ben vedere, tuttavia, il ricorrere a tali fantastici prodotti alimentari è altro da un’azione inserita in un contesto; si tratta piuttosto di mode passeggere a giustificazione di uno stile di vita alla ricerca di un’assoluzione facile-facile di un cibo magico che ci preservi dai nostri malsani comportamenti a tavola e lontano da tavola! Questo contemporaneo olio di serpente – non importa quanto costoso, quanto sgradito al palato, quanto esotico – ci promette miracoli.
I semi di chia hanno proprietà in grado di alleviare la sindrome dell’ovaio policistico?
E così oggi, con un nuovo super-food lanciato sul mercato da chi propone bevande detox-dimagranti-snellenti-tuttoinuno-faccioancheilcaffè ogni 6 mesi, i semi di chia, modestissimi al confronto della sfilata di cui sopra, sono quasi un alimento “normale” e “rassicurante”: contengono proteine (15-25%), grassi (30-33%), carboidrati (26-41%), fibre a elevato valore biologico (18-30%), ceneri (4-5%), poi ancora minerali, vitamine e antiossidanti. La chia è così rassicurante da sembrare quasi un cibo di nostra tradizione: la pianta di origine, Salvia hispanica L., appartenente alla stessa famiglia della menta, tollera bene la scarsità di precipitazioni e questo la rende ideale per coltivazioni presso terreni aridi – ottima cosa con il riscaldamento globale e il problema della deforestazione – senza presentare preoccupanti valori di metalli pesanti e micotossine. E pensare che, nonostante non si conosca alla perfezione quel che deriva dal suo consumo nel lungo termine, c’è persino chi consiglia di assumerlo in associazione al trattamento previsto per la Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), un disordine endocrino caratterizzato da anovulazione e iperandrogenismo che coinvolge il 5-10% della popolazione femminile in età riproduttiva e rappresenta una delle più comuni cause di infertilità nella donna. L’insulino-resistenza, fino al diabete conclamato, dislipidemia mista con VLDL alti, HDL bassi e trigliceridi alti, e l’iperinsulinemia compensatoria sono caratteristiche importanti di questa sindrome e sembrano rivestire un ruolo nella sua patogenesi: questa acquisizione conduce a una nuova visione della PCOS come patologia metabolica, con un tasso di obesità del 50% dei casi, e che si manifesta primitivamente come endocrinopatia riproduttiva. Con esercizio fisico, dieta ipocalorica e riduzione del grasso corporeo (perché non è il valore assoluto del nostro peso a influenzare la salute, ma la distribuzione dello stesso nei comportamenti corporei, come abbiamo analizzato in questo articolo) la funzione ovarica delle donne affette da PCOS migliora molto, fino al possibile ripristino delle ovulazioni spontanee e aumento della fertilità, con normalizzazione del metabolismo glucidico e possibile riduzione del rischio di diabete mellito di tipo 2. Da qui il suggerimento di assumere i semi di chia potrebbe rivelarsi una raccomandazione non così azzardata: è vero che per regolare la glicemia abbiamo bisogno di orientare le nostre scelte a tavola verso un quantitativo di fibre idoneo (25-35 grammi), e se non altro, i semi di questa pianta potrebbero fare al caso nostro, contenendone molta. Tutto qui? Ovviamente no. O meglio, non lo sappiamo. I cibi che quotidianamente scegliamo, anche se fan parte del grande calderone degli alimenti funzionali, non sono, come amo ripetere, una semplice somma di molecole. L’effetto di un composto chimico potrebbe essere rafforzato da un secondo, così come competuto da un terzo, benefico poi per il nostro microbioma gastro-enterico ma anche dannoso per la mucosa del colon. CHIAMA ORA!Cosa succede quando ingeriamo semi di chia? Quali sono i benefici?
Allora cosa succede quando, mangiando alimenti complessi e non “pillole” di nutrienti scorporati dal contesto, ingeriamo i nostri cari semi di chia? Ebbene prevedere un risvolto a lungo termine per la salute è assai difficoltoso. Basti pensare che gli esiti per la salute di 3 soli componenti dei semi di chia (presi singolarmente) possono, in modo piuttosto contraddittorio, riassumersi come segue: E mancherebbero all’appello ancora le considerazioni da farsi per le decine di altri composti (miricetina, kaempferolo e acido caffeico, in testa). Quel che è emerso dagli studi ad oggi disponibili è che i semi di chia incrementano l’intake di fibra totale e riducono il picco glicemico post-prandiale, il che li rende anche raccomandabili ad atleti di sport di endurance per migliorare la loro performance. SCRIVICI SU WHATSAPP!Per concludere…
La PCOS rimane però una sindrome di difficile terapia, in cui, oltre a un controllo periodico specialistico ginecologico, si indica un approccio dietoterapico equilibrato, un’attività fisica secondo raccomandazioni internazionali, ed eventualmente un uso di pseudo-vitamine di comprovata utilità clinica (inositolo). Così, il controllo del peso potrebbe passare, in modo non esclusivo, dall’inserimento nella dieta quotidiana dei nostri cari alimenti funzionali. E magari tra qualche tempo il suggerimento dei semi di chia come trattamento integrato della Sindrome dell’Ovaio Policistico sarà avvalorato da studi clinici e in vivo, ma per ora resta una bella (e buona) fonte di fibre.
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Blog in cui si consiglia di incrementare il consumo di semi di chia per il trattamento dell’ovaio policistico: Pcosdiva.