La rottura del tendine rotuleo comporta una totale perdita della continuità delle fibre del tendine stesso; questa condizione è estremamente rara e rappresenta soltanto lo 0,6% di tutte le lesioni tendinee.
Nel contesto delle lesioni a carico delle strutture che si occupano dell’estensione della gamba sulla coscia (catena del meccanismo degli estensori), la rottura completa del tendine rotuleo non rappresenta l’evento più frequente. La catena degli estensori può infatti interrompersi in tre differenti aree:
- la rotula, le cui fratture sono molto più comuni delle lesioni tendinee, di circa il doppio;
- il tendine del quadricipite, che va incontro a rottura molto più frequentemente di quello rotuleo specialmente nella fascia di età superiore ai 40 anni. La stima, negli Stati Uniti, mostra che la rottura del tendine quadricipitale coinvolge l’1,3% della popolazione;
- il tendine rotuleo va incontro a rottura in meno dello 0,5% dai casi ogni anno.
Gli uomini sono più colpiti nelle rotture tendinee per un maggior coinvolgimento negli sport ad alto impatto fisico; il genere femminile pare essere più protetto grazie ad una costituzionale maggiore lassità legamentosa ed alle oscillazioni ormonali della vita fertile.
Anche se spesso si pensa il contrario, le lesioni tendinee provocate da un trauma sono molto rare. Questo perché la struttura stessa del tendine è davvero molto resistente e in grado di sopportare la maggior parte degli eventi traumatici. D’altra parte, la rottura del tendine avviene in caso di una struttura tendinea già compromessa da una tendinopatia degenerativa, che ne ha indebolito la struttura rendendola molto meno resistente.
CHIAMA ORA!Cos’è il tendine rotuleo
Il tendine rotuleo, o tendine patellare, può subire lesioni lungo tutto il suo decorso che va dall’apice della rotula ad una specifica area della tibia (una delle due ossa lunghe della gamba), chiamata spina tibiale. Questa lesione può verificarsi maggiormente nel sesso maschile, culturalmente più spesso coinvolto in sport e attività ad elevata intensità: il tendine, indebolito e sottoposto ad elevate forze di trazione, tende ad essere soggetto a lesioni acute o croniche.
L’intervento medico prevede una diagnosi nel più breve tempo possibile, per mezzo della risonanza magnetica, e una chirurgia volta alla riparazione, se la lesione è acuta, o alla ricostruzione del tendine per intero, in caso di danno cronico. La risoluzione della lesione è un passaggio fondamentale per la salute del paziente: il tendine rotuleo è una struttura cruciale per il sistema estensorio del ginocchio, cioè per quell’insieme di componenti muscolo-scheletrici che si occupano di allungare la gamba – fondamentale per la corretta funzionalità dell’arto inferiore e quindi della deambulazione. La rottura del tendine rotuleo, se trascurata, limita fortemente le abitudini di vita del paziente.
Le rotture di questo tendine possono avvenire in modo acuto o cronico. Nel primo caso si interviene suturandolo, quindi riassemblando i due lembi strappati, mentre nel secondo caso si procede con una ricostruzione completa.
SCRIVICI SU WHATSAPP!Rottura tendine rotuleo: tempi di recupero
A seguito dell’intervento chirurgico, i protocolli riabilitativi prevedono la possibilità di camminare immediatamente, con il ginocchio bloccato in estensione per mezzo di un tutore e l’ausilio di stampelle. La capacità di movimento articolare (range of motion) viene recuperata progressivamente, sin dai primissimi giorni post-operatori, grazie a manovre di flessione attiva (in cui il paziente piega la gamba sulla coscia) ed estensione passiva (quindi senza contrazione muscolare volontaria); il tutto verrà seguito da esercizi attivi e dal rinforzo muscolare. Il completo recuperò avverrà nel giro di 8-12 settimane.
Le complicanze di un intervento e di un protocollo riabilitativo che mira a correggere la rottura del tendine rotuleo non sono frequenti. Includono:
- atrofia del muscolo quadricipite,
- rigidità dell’articolazione del ginocchio,
- recidiva della lesione trattata.
C’è da dire che i risultati sono eccellenti se la riparazione viene eseguita precocemente, ma peggiorano, così come più frequenti sono le complicanze, se la riparazione è ritardata nel tempo.
PRENOTA ORA!I principali fattori di rischio della rottura del tendine rotuleo
I principali fattori di rischio sono:
- Lupus eritematoso sistemico, una patologia autoimmune;
- Artrite, manifestazione patologica a carico delle articolazioni caratterizzata da evidente coinvolgimento infiammatorio;
- Patologia renale
- Diabete, per i cambiamenti metabolici ad esso associati che investono l’intero organismo
- Utilizzo sistemico protratto di medicinali (determinati antibiotici e cortisone)
- Infortunio pregresso
- Vecchia lesione
In ogni caso, qualsiasi cosa che alteri la struttura tendinea può causare una degenerazione delle fibre ed una conseguente rottura del tendine rotuleo. L’ infortunio sportivo, ad esempio, è il contesto principale in cui tale lesione può presentarsi: un trauma diretto alla parte anteriore del ginocchio o una caduta possono causare, infatti, tale rottura. Il meccanismo che comporta la rottura è associato ad una contrazione improvvisa del muscolo quadricipite simultaneamente all’atteggiamento flessorio del ginocchio; ciò può verificarsi in innumerevoli situazioni come la corsa su una rampa di scale, atterraggio da un salto e cambio di direzione improvviso durante la corsa. Appare evidente come certe categorie di atleti siano particolarmente predisposti a questo tipo di lesioni: pallavolo, basket e calcio rappresentano gli ambiti sportivi più colpiti.
Non a caso, si è potuto osservare che la maggior forza di trazione a cui può essere sottoposto il tendine rotuleo avvenga quando il ginocchio è flesso ad oltre 60°: episodi che predispongono alla lesione di questo tendine sono gli atterraggi da un salto nel tentativo di ritrovare l’equilibrio o, addirittura, il movimento di ripresa dell’equilibrio che si effettua quando si manca la pedana di un gradino durante la salita o discesa di una scala.
La rottura del tendine rotuleo può essere:
- parziale
- completa
Ancora, può avvenire nel polo inferiore della rotula, alla giunzione osso-tendine, ma anche – molto più raramente – interessare la parte inferiore del tendine, presso l’inserzione tibiale (evento tipico nei pazienti che hanno subito un intervento di protesi di ginocchio).
CHIAMA ORA!Riabilitazione fisioterapica
A seguito di una rottura del tendine rotuleo, l’ortopedico prenderà in considerazione l’intervento chirurgico in base a diversi fattori: età del paziente, livello di attività fisica, tipologia e gravità della lesione. Nei casi in cui la lesione dovesse essere di lieve entità, si procederà con un trattamento di tipo conservativo (non chirurgico): il paziente dopo un breve periodo di immobilizzazione con tutore verrà sottoposto ad un percorso di riabilitazione fisioterapica associata ad esercizio terapeutico per il rinforzo della muscolatura del ginocchio. Il recupero completo dell’articolarità ed il ritorno all’attività fisica è lo scopo dell’intervento riabilitativo. Se la lesione dovesse essere completa o di grave entità, l’intervento chirurgico resta sempre la scelta migliore e precede la riabilitazione.
SCRIVICI SU WHATSAPP!Le fasi della riabilitazione
I protocolli riabilitativi post-intervento si dividono in diverse fasi e, per ognuna di queste, è necessario mediare tra la guarigione dei tessuti molli, dolore e gonfiore e un corretto recupero del tono muscolare ed articolare.
In una primissima fase, il paziente, tramite un tutore con blocco in estensione, verrà sottoposto ad un regime di completo riposo accompagnato ad esercizi di tipo isometrico per il muscolo quadricipite, allungamento della muscolatura della catena posteriore (antagonista del tendine rotuleo) e massoterapia drenante con l’obbiettivo non solo di lenire il dolore post-operatorio ma anche di mantenere il tono muscolare e far fronte ad un possibile depauperamento di massa ed elasticità muscolare causata dall’allettamento.
Passate le prime settimane post-intervento, in base allo stato di guarigione del tendine ricostruito, sarà necessario l’inserimento di mobilizzazioni passive e in seguito attive-assistite al fine di iniziare a recuperare il range articolare del ginocchio, ma anche esercizi con carichi di lavoro aumentati ed inserimento di elettromedicali. In questa seconda fase, con la rimozione dei punti di sutura, gioca un ruolo fondamentale la riabilitazione in acqua (idrokinesiterapia), dove, in assenza di gravità, il ginocchio avrà la possibilità di recuperare, in completa sicurezza, i deficit articolari. La seconda fase riabilitativa ha una durata generalmente che varia dalle 3 alle 6 settimane dall’intervento, al termine della quale il ginocchio avrà recuperato interamente l’articolarità del ginocchio e un notevole tono muscolare: ciò permetterà di rimuovere il tutore e di ricominciare gradualmente a sostenere il carico completo.
Una volta sbloccato o rimosso il tutore, si entrerà nell’ultima fase riabilitativa fisioterapica all’insegna dell’esercizio terapeutico: il paziente dopo una rieducazione al passo, sarà sottoposto ad esercizi specifici ed essenziali per il recupero completo del tono muscolare e dell’equilibrio tramite carichi di lavoro graduali ed esercizi propriocettivi sempre più completi e complessi. Lo scopo è il ritorno all’attività fisica ed alla vita quotidiana precedente l’infortunio.
È necessario e doveroso sottolineare che i tempi di guarigione variano in base a numerosi fattori a partire dalla tipologia di lesione e d’intervento fino all’impegno e la costanza con cui il paziente si sottopone alla terapia. Generalmente è necessario un tempo di circa 6 mesi per ottenere un recupero completo.
- Anatomia funzionale Kapandji I. A., Pagani P. A., 6ª edizione, Monduzzi editore, 2011.
- Kinesiology of the Muscoloskeletal System Neumann D. A., Threlkeld A. J., Brown D. A., Nawoczenski D. A., Simoneau G. G., 3ª edizione, Elsevier – Mosby editore, 2016.
- Patellar Tendon Rupture Hunter Hsu, Ryan M. Siwiec
- Quadriceps and patellar tendon ruptures Dennis Lee, Daniel Stinner, Hassan Mir
- La riabilitazione in ortopedia 1° luglio 2014 di S. Brent Brotzman (Autore), Robert C. Manske (Autore), P. Pillastrini
- Behandlung und Ergebnisse nach Rupturen des Ligamentum patellae.
- Rudig; J. Ahlers; M. Lengsfeld; M. Runkel
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