La disfunzione del pavimento pelvico è una condizione che colpisce molte persone, ma di cui si parla ancora troppo poco. A differenza di quanto comunemente si pensa ad esempio è una disfunzione che colpisce sia uomini che donne e i suoi sintomi possono incidere anche sulla salute mentale. Non sorprende quindi l’alta percentuale di persone che ne soffre ma sceglie di non farsi visitare per pudore o perché considera i sintomi come una condizione normale o, al contrario, senza soluzione.
In realtà questo disturbo può influire notevolmente sulla qualità della vita, causando problemi di incontinenza, dolore cronico e difficoltà sessuali.
La riabilitazione fisioterapica offre soluzioni efficaci per gestire e trattare questa condizione. In questo articolo, esploreremo le cause, i sintomi e i trattamenti fisioterapici disponibili per curare la disfunzione del pavimento pelvico.
Disfunzione del pavimento pelvico: cos'è e a cosa prestare attenzione
Il pavimento pelvico è un complesso di muscoli, legamenti e tessuti connettivi che supportano gli organi pelvici, come la vescica, l’utero e il retto, e svolgono un ruolo nella salute sessuale, nella continenza e altro ancora. Una disfunzione del pavimento pelvico può portare a una serie di problemi, tra cui:
- Incontinenza urinaria e fecale
- Dolore pelvico cronico
- Prolasso degli organi pelvici
- Disfunzioni sessuali
I muscoli del pavimento pelvico non sono diversi da qualsiasi altro muscolo del corpo, possono cioè essere contratti e rilassati. Quando però c’è una disfunzione possono diventare troppo tesi oppure essere troppo deboli per svolgere correttamente il proprio lavoro. I sintomi che accompagnano queste disfunzioni possono essere molteplici e cambiano a seconda del sesso e del problema specifico (ad esempio, i muscoli del pavimento pelvico tesi possono causare sintomi diversi rispetto a un pavimento pelvico debole).
In linea generale i sintomi più frequenti sono:
- Dolore o pressione nella regione pelvica
- Incontinenza urinaria, comprese “perdite” quando si ride o si tossisce, minzione frequente, aumento dell’urgenza
- Difficoltà a svuotare la vescica
- Stipsi
- Mal di schiena senza altra possibile causa
Le donne potrebbero riscontrare anche i seguenti sintomi:
- Prolasso pelvico, che si verifica quando gli organi pelvici iniziano a spingere nella vagina. Potresti provare dolore o senso di “pesantezza” nella zona.
- Dolore, intorpidimento o altro disagio durante il sesso
Gli uomini invece potrebbero riscontrare anche questi sintomi:
- Disfunzione erettile
- Eiaculazione dolorosa o prematura
- Anche gli uomini possono sperimentare il prolasso pelvico (sebbene sia più comune nelle donne) sentendo dolore o pressione nel retto.
Come si arriva alla diagnosi
I problemi del pavimento pelvico sono complessi perché coinvolgono diversi organi e possono presentarsi con sintomi non sempre definiti. Per questo è fondamentale rivolgersi a un medico chirurgo specializzato, l’unico in grado di individuare le cause del problema grazie alla sua conoscenza approfondita di tutti i distretti del pavimento pelvico. Se necessario, può collaborare con altri specialisti per garantire una diagnosi completa e scegliere quindi la terapia più idonea, chirurgica o riabilitativa, in base alle specifiche esigenze del paziente.
Oltre alla visita il medico può avvalersi di altri esami come
- Ecografia: permette di visualizzare organi e tessuti del pavimento pelvico.
- Risonanza magnetica: fornisce immagini dettagliate di muscoli, legamenti e nervi.
- Manometria ano-rettale: valuta la forza e la coordinazione dei muscoli che controllano la funzionalità dell’apparato sfinteriale
- Uroflussimetria: misura il flusso urinario per individuare eventuali problemi alla vescica.
- Visita ginecologica: utile per le donne, per escludere cause ginecologiche del dolore o della disfunzione.
Come la fisioterapia può aiutare a gestire la disfunzione del pavimento pelvico
Essendo un muscolo, anche il pavimento pelvico, come qualsiasi altro muscolo, può essere rafforzato. Un fisioterapista specializzato è in grado di sviluppare un piano di trattamento completo che aiuti a migliorare la forza, la coordinazione e la funzionalità dei muscoli del pavimento pelvico attraverso vari approcci terapeutici.
Ecco alcune delle tecniche usate più di frequente:
- Esercizi per il pavimento pelvico: sono fondamentali per allenare e rafforzare i muscoli del pavimento pelvico. Anche detti Kegel, dal nome del ginecologo che li ha ideati, prevedono la contrazione dei muscoli pubococcigei secondo determinate successioni, lente o rapide.
- Terapia manuale: può essere utilizzata per alleviare il dolore e ridurre la tensione muscolare. Può includere terapia dei punti di trigger, rilascio miofasciale, mobilizzazioni e tecniche di rilassamento.
- Terapia fisica: come elettrostimolazione e biofeedback possono aiutare a gestire il dolore e migliorare i sintomi. Il biofeedback soprattutto restituisce delle informazioni visive sul funzionamento dei muscoli del pavimento pelvico. Questo aiuta i pazienti a prendere consapevolezza del proprio corpo e a migliorare il controllo muscolare.
- Educazione al pavimento pelvico: tra le difficoltà legate alla disfunzione del pavimento pelvico ci sono sicuramente la vergogna che si prova nel parlare dei sintomi e la mancanza di informazioni concrete. Il fisioterapista aiuta il paziente che soffre di disfunzione del pavimento pelvico a capire cosa sta succedendo nel proprio corpo fornendo al tempo stesso uno spazio protetto dove discutere dei sintomi e del trattamento. Il fisioterapista inoltre fornirà consigli pratici anche su come gestire i sintomi quotidiani e prevenire ulteriori problemi. Questo può includere suggerimenti su postura, dieta, posizioni per andare in bagno, tecniche corrette di sollevamento e abitudini di vita sane.
Infine, la cosa fondamentale da ricordare è che la fisioterapia del pavimento pelvico richiede tempo. Con costanza e rispettando il piano di trattamento, i miglioramenti non tarderanno ad arrivare.
La maggior parte delle persone che soffrono di disfunzione del pavimento pelvico aspetterà anni prima di cercare un trattamento. Uno studio ha rilevato che il 42% delle persone gestisce i sintomi per almeno cinque anni prima di rivolgersi a uno specialista. Ma è una scelta immotivata.