Indice
- Introduzione
- Malattie della tiroide: l’importante ruolo della dieta.
- E se all’ecografia si vedono dei noduli alla tiroide?
- Quando la tiroide “funziona poco”… (ipotiroidismo)
- … e quando “funziona troppo” (ipertiroidismo)
- La salute della tiroide è la nostra salute.
- Rivolgiti al tuo endocrinologo per sapere che cosa fare per intervenire in modo attento e attivo.
Quelle analisi del sangue che sono prescritte di routine le conosciamo tutti: emocromo completo e formula, esame delle urine completo, indici di funzionalità epatica e renale, valori di glucosio, colesterolo e trigliceridi, proteinemia e tracciato elettroforetico; ma di certo non possono mancare, soprattutto se lasciamo passare un intervallo di tempo piuttosto lungo dal “controllino” precedente, le indagini per la funzionalità tiroidea.
Magari la Settimana Mondiale della Tiroide 2019, che si celebra dal 20 al 26 maggio, può rivelarsi un ottimo pretesto per raccontare di questa importantissima ghiandola endocrina la cui salute è fondamentale ancora prima della nascita. Abbiamo oggi strumenti in grado di prevenire e curare le fasi iniziali di molte patologie della tiroide, che, se trattate prontamente, possono non evolvere in risvolti deleteri per la salute.
CHIAMA ORA!Malattie della tiroide: l’importante ruolo della dieta.
Le malattie tiroidee sono frequenti nella popolazione generale e hanno una predilezione per il sesso femminile. Una tra le cause principali dei distiroidismi è la carenza di iodio, un sale minerale diffuso in natura ma sempre presente in percentuali molto ridotte.
Un adeguato apporto di iodio rappresenta un efficacissimo mezzo preventivo, soprattutto in coloro in cui tale fabbisogno è aumentato – donne in età fertile, in gravidanza e bambini: è necessario che l’alimentazione quotidiana sia quanto più possibile varia e preveda il consumo di pesce e latticini magri. Anche le alghe (se piacciono), sono un’ottima fonte di iodio, mentre una valida integrazione può essere effettuata mediante l’uso del sale rinforzato.
Una corretta quantità di iodio, componente essenziale degli ormoni tiroidei, è fondamentale durante la gravidanza sia per la donna che per il bambino. Lo iodio, infatti, garantisce il corretto sviluppo del sistema nervoso centrale del feto.
Poiché la tiroide materna deve supplire alla mancanza di quella del feto per alcuni mesi durante la gestazione, il fabbisogno giornaliero di iodio della mamma aumenta. In questo caso l’assunzione di sale arricchito di iodio potrebbe non essere sufficiente e si consiglia, invece, il ricorso a integratori minerali, a maggior ragione se si vive in aree geografiche dove l’apporto con gli alimenti è scarso.
Proprio perché la causa più frequente delle malattie della tiroide rimane l’insufficiente assunzione di iodio, diete carenti di iodio possono provocare, a seconda dell’età della vita in cui si verificano, la riduzione del quoziente intellettivo, deficit neurologici “minori”, gozzo, formazione di noduli o ipotiroidismo.
Proprio di gozzo si ammalano circa 6.000.000 di italiani, quindi più del 10% della popolazione del nostro Paese, e l’impatto economico di questa malattia è stimato in oltre 150 milioni di euro l’anno; nella sola popolazione giovanile, il gozzo interessa almeno il 20% delle persone!
Gli ormoni tiroidei sono due ormoni prodotti dalle cellule della tiroide: la tetra-iodotironina o tiroxina (T4) e la tri-idotironina (T3). Questi ormoni contengono rispettivamente 4 e 3 atomi di iodio e hanno l’importante funzione di regolare il metabolismo.
Va da sé che una carenza di sale minerale ioduro nella dieta comporta una inefficiente produzione di ormoni tiroidei, con una significativa sintomatologia clinica e anche manifestazioni di ingrandimento ghiandolare: il gozzo rappresenta l’ingrandimento della ghiandola tiroidea ed è causato della mancata conversione dello iodio nella forma ionizzata.
E se all’ecografia si vedono dei noduli alla tiroide?
Formazioni nodulari della tiroide costituiscono il riscontro ecografico più comune della malattia tiroidea nella popolazione e in particolare nelle aree iodio-carenti, con una prevalenza che aumenta con l’età; noduli di piccole dimensioni sono presenti nel 50-60% della popolazione.
Un esame di secondo livello risulta essere la scintigrafia, soprattutto per verificare come (e se) i noduli tiroidei siano direttamente coinvolti nella secrezione ormonale rispetto alla restante struttura ghiandolare.
L’indagine si basa su ultrasuoni emessi da una sonda che viene fatta scorrere sul collo, in grado di registrare la presenza di zone di tessuto tiroideo a densità non omogenea, come noduli o cisti.
Molti di questi noduli, specie se piccoli, non hanno rilevanza clinica, ma in presenza di queste formazioni il medico potrà decidere se indagare con ulteriori approfondimenti diagnostici, richiedendo una scintigrafia della tiroide o un agoaspirato per meglio orientare la diagnosi.
Quando la tiroide “funziona poco”… (ipotiroidismo).
In tal caso si parla di ipotiroidismo, e tutte le funzioni dell’organismo sono influenzate negativamente: la persona si sente stanca, avverte gonfiore, tende ad aumentare di peso, può avere sbalzi d’umore, disturbi della concentrazione e della memoria, intolleranza al freddo e stitichezza.
L’ipotiroidismo può essere riscontrato in forma lieve in quasi il 10% della popolazione. A esserne colpite sono soprattutto le donne; oltre i 75 anni, infatti, 1 donna su 5 può essere affetta da ipotiroidismo.
La pelle, le unghie e i capelli sono tra le prime parti del corpo a essere interessate da eventuali squilibri degli ormoni tiroidei. Nel 97% delle persone affette da ipotiroidismo la pelle è fredda, secca e ruvida e le ferite tardano a rimarginarsi, mentre nel 76% dei casi le unghie sono fragili e crescono lentamente e i capelli appaiono deboli e opachi.
CHIAMA ORA!… e quando “funziona troppo” (ipertiroidismo).
Questa condizione è detta ipertiroidismo; tale patologia può indurre un’accelerazione di tutti i processi metabolici e cardiocircolatori, che possono causare agitazione psicomotoria e iperdinamismo.
L’identificazione precoce di questi sintomi e la loro giusta interpretazione possono essere di grande aiuto per una diagnosi precoce e per una cura efficace. L’ipertiroidismo colpisce fino al 2-3% della popolazione nella sua forma clinicamente manifesta, ma la prevalenza delle forme più lievi è del 4-6% soprattutto nelle persone più anziane.
Nelle situazioni di ipertiroidismo, la pelle si presenta umida e calda e anche in questo caso si manifestano alterazioni dei capelli e delle unghie (20-40%), ma anche, in assenza di cambiamenti significativi nel nostro stile di vita, in un dimagrimento non desiderato.
SCRIVICI SU WHATSAPP!La salute della tiroide è la nostra salute.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica in 1 miliardo di persone al mondo i soggetti colpiti da distiroidismi, di cui 200 milioni i malati di gozzo. Nel nostro paese il gozzo è da considerarsi endemico, visto che supera la soglia del 5% di prevalenza.
L’attuale metodologia di screening prevede la palpazione e l’ecografia della tiroide e la determinazione della ioduria; dai dati ISTAT sui ricoveri ospedalieri del 2000 si rileva che ci sono quasi 30 mila ricoveri ordinari con diagnosi di gozzo semplice, cioè quasi 50 ricoveri su 100 mila abitanti, nessuna regione esclusa, con un preoccupante picco di degenze in Sardegna.
PRENOTA UN CONSULTO!Rivolgiti al tuo endocrinologo per sapere che cosa fare per intervenire in modo attento e attivo.
Un distiroidismo subclinico, storia familiare di tireopatia o la diagnosi di patologie autoimmuni possono essere fattori di rischio che espongono a una maggiore probabilità di sviluppare una tireopatia.
Adotta uno stile di vita sano: oggi sappiamo che lo iodio e il selenio sono elementi indispensabili per la salute della tiroide. Rivolgiti al centro Top Physio Clinics Roma di tua fiducia: lo staff medico a tua disposizione, mediante valutazione multispecialistica e con l’ausilio di strumenti all’avanguardia, ti saprà consigliare e guidare in un percorso di alimentazione consapevole basato sulle tue esigenze.
Per dati e indici di prevalenza e incidenza e dati sui ricoveri ospedalieri si rimanda al portale EpiCentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell’Istituto Superiore di Sanità.
Pinchera, A., Rago, T., Vitti, P. Fisiopatologia della carenza iodica. Ann Ist Super Sanità 1998; 34(3): 301-5.
Macchina, P. E., Fenzi, G. Gozzo endemico: quadro clinico ed evoluzione. Ann Ist Super Sanità 1998; 34(3): 307-10.