L’uso delle tecnologie digitali per la riabilitazione a distanza

Nell’ultimo decennio, e soprattutto sotto la spinta della pandemia dovuta al COVID 19, c’è stata una crescita esponenziale nell’utilizzo della tecnologia digitale per la riabilitazione a distanza e per la valutazione della sua efficacia. La necessità di mantenere un distanziamento fisico e, talora, l’impossibilità di un incontro in presenza fra il paziente e il fisioterapista, hanno determinato lo sviluppo di soluzioni per cercare di favorire l’avvicinamento virtuale. Questi nuovi modelli di interazione fra il paziente e il professionista sanitario si andranno certamente consolidando anche alla ripresa della nuova “normalità”.
La teleriabilitazione offre infatti l’opportunità al paziente di fare riabilitazione a casa, sotto la supervisione a distanza del fisioterapista, riducendo gli spostamenti.

Il fisioterapista può scegliere anche di adottare un modello misto, con alcune sessioni in presenza, ed altre a distanza, avendo la possibilità di monitorare continuamente se il paziente sta eseguendo gli esercizi correttamente. La tecnologia stessa può dare un feedback continuo al paziente, per esempio mostrando sullo schermo di un computer se i movimenti sono eseguiti secondo le indicazioni del fisioterapista. La modalità più comune di teleriabilitazione è quella di un collegamento in videoconferenza con il fisioterapista, durante il quale il paziente indossa un sensore che misura in tempo reale i movimenti eseguiti, permettendo al fisioterapista di monitorare da remoto la corretta esecuzione degli esercizi.

Tramite i sensori è possibile lavorare sull’equilibrio e sulla mobilità di tutti i principali segmenti corporei: rachide cervicale, arto superiore, tronco, bacino e arti inferiori. Tramite dei software ad hoc, gli esercizi possono essere eseguiti in una realtà virtuale. Inoltre, è possibile eseguire a distanza anche alcuni test di valutazione funzionale, che servono per valutare l’efficacia dell’intervento riabilitativo, per esempio test per la valutazione del cammino, dell’equilibrio, del salto e della mobilità articolare dei principali segmenti corporei. La tecnologia consente la condivisione dei dati fra fisioterapista e paziente.

La ricerca scientifica sta facendo passi da gigante nell’ambito della teleriabilitazione. Oltre allo sviluppo costante di nuove tecnologie, i ricercatori hanno dimostrato l’efficacia dei vari interventi da remoto in numerose patologie, che includono anche le lesioni muscolo-scheletriche. È stato dimostrato che questi interventi da remoto hanno migliorato l’efficienza fisica, la mobilità funzionale e il dolore. In altri casi, in seguito a un infortunio o un intervento chirurgico, molti pazienti ricevono esercizi specifici da svolgere a casa senza supervisione. Questi esercizi sono estremamente ripetitivi e noiosi e risultano in una non aderenza compresa tra il 30% e il 50%. Anche in questo caso si è visto che la teleriabilitazione in realtà virtuale può migliorare l’aderenza a questi programmi di intervento.

AUTORI

Andrea Macaluso, Jacopo Emanuele Rocchi, Giulia Ambrosini
Casa di Cura Villa Stuart, Roma

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